Ora che so by Aidan Chambers

autore:Aidan Chambers [Chambers, Aidan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2004-04-14T22:00:00+00:00

Capitolo Quattro IL GIORNO DI THOR

Quando alla fine ci siamo decisi ad andare a letto, io sono rimasto sveglio, con la mente che friggeva dopo la nostra chiacchierata.

Ogni volta che Julie si rigirava, sentivo le sue forme contro di me, ma attutite da due strati di panno, e l’eco di un corpo.

La mente che friggeva, il corpo affamato.

Sudavo.

Il mio braccio fuori dal sacco a pelo per rinfrescarmi, la mia mano sul crudo terreno. La terra come carne. Le pietre sotto le mie dita come ossa. Terra nuda.

Mi tornava in mente la Svezia. L’immenso, possente alce, il lago, la barca, io nudo come un verme all’aria, nell’acqua, consapevole come mai prima e come mai dopo di quanto ogni cosa sia parte della stessa vita che sta oltre ciascuna di esse. Mi tornava in mente l’assenza di tempo di quel momento, come sembravo all’improvviso in grado di guardare nel cuore delle cose e di comprendere il mistero dell’universo. Mi tornava in mente il desiderio struggente di essere assorbito da esso, di venirci dentro, di perdermici.

Tutta quella sensazione mi ha colto di nuovo mentre giacevo lì, ed è così impossibile renderla a parole. Le parole si contraddicono a vicenda:

una gioia che fa male come la tristezza

una tristezza che è piacevole

un piacere pieno di terrore

un terrore che eccita

un’eccitazione che calma

una calma che spaventa.

E sento che sto giusto per capirci qualcosa quando ecco, svanisce e se n’è già andato, lasciandosi dietro una gran nostalgia, il desiderio struggente che torni, che sia ancora possibile sentirne il potere, la solennità.

Ora nella tenda la mia nudità era avvolta in un involucro imprigionante, come il corpo di un bruco costretto nel suo bozzolo mentre si trasforma in farfalla. Stavo subendo una trasformazione anch’io? Se era così, in che cosa? Il bruco sa ciò che diventerà quando sarà giunto il tempo di uscire? E chi compie il trucco? O sono io il mago di me stesso e non lo so?

Il soffriggere della mia mente ha continuato, bruciando i pensieri fino a consumarli.

Poi gli uccelli hanno dato il via al coro dell’alba, un cinguettio senza tregua che ha annebbiato ogni riflessione e mi ha fatto sentire così esausto rispetto al suono di un’energia tanto sveglia che mi sono addormentato, finalmente.

Ma non per molto.

La mano fresca di Julie mi ha svegliato, cercando la mia faccia nascosta nelle calde profondità del mio bozzolo. Era vestita, la sua roba già impacchettata, pronta per partire.

Ci fermeremo da qualche parte lungo la strada, ha detto, per darci una lavata e mangiare. Prendi questo per sopravvivere, nel frattempo.

Mi ha infilato una fetta di mela in bocca.

Eva! ho cercato di dire attraverso la polpa succosa.

Se vuoi giocare a quel gioco, ha detto ridendo, ricordati che il cattivo serpente che ha portato guai mentendo a Eva a proposito della mela era un lui.

Pace, ho detto io, alzando due dita incrociate, pace!

Che ne dici di darti una mossa, così possiamo andare?

Mugugni.

È il meglio che possa fare così di buon’ora, ha detto, e mi ha lasciato lì a emergere dal mio bozzolo.

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